Quando si verificano interruzioni della respirazione durante il sonno si parla di apnee notturne, dette anche Obstructive Sleep Apnea Syndrome (OSAS), in italiano Sindorme delle Apnee Ostruttive del Sonno.

Sono perlopiù dovute all’ostruzione totale o parziale delle vie aeree superiori e sono la causa del fastidioso russamento, che colpisce maggiormente gli uomini.

Cause e sintomi delle apnee

Un’apnea viene considerata tale se l’interruzione del respiro dura tra i 10 secondi e i 3 minuti. Se la riduzione del respiro è parziale viene definita ipoapnea, quando invece la limitazione della respirazione si sblocca dopo un momento di maggior sforzo si parla nello specifico di Respiratory Effort Related Arousal (RERA).

Le cause principali sono l’abuso di bevande alcoliche e di tabacco, l’assunzione eccessiva di sonniferi e l’obesità. Uno dei primi sintomi è proprio il russamento. Si incomincia a russare fin dalle prime fasi di sonno, all’inizio più leggermente e a mano a mano più forte, fino a quando non si smette di respirare per qualche secondo, per poi riprendere a respirare improvvisamente e ripetere nuovamente il ciclo allo stesso modo.

Altri sintomi possono essere: eccessiva sonnolenza diurna, difficoltà a concentrarsi, colpi di sonno, cefalea e bocca asciutta al risveglio, sudorazioni notturne, risvegli improvvisi con sensazione di soffocamento ma anche necessità di minzione notturna e impotenza.

Diagnosi e prevenzione

Per accertarsi di essere affetti dalla sindrome delle apnee del sonno bisogna verificare che il numero delle apnee sia superiore o uguale alle 5 apnee per ora e che si manifestino almeno 15 episodi accompagnati da evidenti sforzi respiratori.

Per fare ciò si può chiedere aiuto a uno specialista, come il Dott. Claudio Rinna, che dopo aver ascoltato i sintomi descritti dal paziente può procedere con la misurazione di diversi parametri.

La polisonnografia ad esempio prende in esame, durante le ore di sonno notturno, del flusso aereo, del livello di ossigeno nel sangue, della frequenza cardiaca, della mobilità respiratoria toracica e addominale e della postura nel sonno.

La poligrafia respiratoria invece è più un monitoraggio cardio-respiratorio notturno.

Un primo modo di intervenire sulle apnee è consigliare ai pazienti di perdere peso, se loro possibile, di evitare di assumere alcolici e sonniferi, di dormire su un fianco o di ridurre i disturbi a carico delle vie aeree superiori, se presenti.

Se necessario si procede con altri trattamenti indirizzati a contrastare i sintomi e a eliminare le cause del disturbo. Un primo step in alcuni casi, è l’applicazione notturna di un bite occlusale chiamato MAD (Mandibular Advancement Device) che mantiene la mandibola in una posizione protrusa, traducendosi di fatto in un aumento dello spazio respiratorio.

In casi più gravi, si ricorre all’utilizzo del Continuous Positive Airway Pressure (CPAP), una maschera che si applica su naso e bocca e che forza il passaggio dell’aria, facilitando il respiro, o la terapia chirurgica che può consistere nella correzione del setto nasale deviato o nell’asportazione delle tonsille ipertrofiche, a seconda del tipo di ostruzione e in alcuni casi della correzione o sospensione del palato molle.

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