Quali sono le possibili cause e i sintomi delle patologie delle ghiandole salivari.

Le ghiandole salivari possono essere soggette a diverse patologie, dalla più comune parotite epidemica, chiamata simpaticamente orecchioni, alla meno frequente scialolitiasi, caratterizzata dalla presenza di calcoli salivari all’interno dei dotti escretori.

Altre patologie ricorrenti sono le scialolitiasi alitiasiche, ovvero ostruzioni del sistema duttale non causate da calcoli salivari, la parotite giovanile ricorrente, la parotite da radioiodio, e le parotiti legate a malocclusioni o bruxite.

Possono anche essere sede di tumori benigni o maligni. Tra i tumori benigni più frequenti abbiamo l’adenoma pleomorfo detto anche tumore misto ed il cistoadenolinfoma detto anche Tumore di Warthin. I tumori maligni sono più infrequenti anche se non rarissimi

Cause e Sintomi

Le cause più comuni delle patologie infiammatorie delle ghiandole salivari sono di natura ostruttiva, molto spesso per calcoli salivari, chiamati scialoliti, che si accumulano all’interno del sistema duttale.

In assenza di calcoli, la causa dell’ostruzione può celarsi in un inginocchiamento dei dotti o in una compressione estrinseca, spesso dovuta a linfonodi ingranditi. In questi casi si parla di scialoadeniti alitiasiche.

Non esistono invece cause certe o fattori di rischio accertati per lo sviluppo dei tumori delle ghiandole salivari, sia benigni che maligni.

Il primo e più comune nelle patologie delle ghiandole salivari è il rigonfiamento, improvviso, del tessuto ghiandolare. Se il rigonfiamento è accompagnato anche da un intenso dolore si configura il tipico quadro della colica salivare: si manifesta spesso durante i pasti ed è dovuta alla presenza di calcoli che, ostruendo il normale deflusso della saliva, ne determinano il ristagno a monte dell’ostruzione, causando gonfiore e dolore e non appena la saliva torna a defluire, l’intensità del dolore decresce lentamente.

Le patologie tumorali causano invece una tumefazione a lenta crescita delle ghiandole salivari che diventa clinicamente palpabile già nelle fasi precoci della malattia ma che può manifestarsi e crescere anche nel corso di anni.

Se la tumefazione cresce rapidamente o se compaiono segni di progressione della malattia, come la paralisi del nervo facciale, allora c’è un alto rischio di aver sviluppato un tumore maligno.

Diagnosi e Trattamento

La diagnosi della maggior parte delle patologie delle ghiandole salivari si basa proprio sull’osservazione dei segni clinici della malattia.

La presenza di una colica salivare, ad esempio, fa subito pensare ad una causa ostruttiva. Lo strumento più idoneo per verificarne la presenza è l’ecografia che consente di diagnosticare calcoli anche di piccole dimensioni, poco più di un millimetro. Anche la Tomografia Computerizzata (TC) è un ottimo strumento per la diagnosi di patologie litiasiche.

La diagnosi clinica ed ecografica può essere completata anche da una moderna metodica endoscopica chiamata scialoendoscopia: grazie all’uso di endoscopi miniaturizzati di diametro inferiore ad un millimetro, è possibile esplorare direttamente i dotti salivari e rimuovere contestualmente i tappi di muco o di piccole concrezioni litiasiche, inferiori a 3 mm, in anestesia locale.

La scialoendoscopia ha rivoluzionato il metodo di intervento nel caso di calcoli salivari: da quando esiste, l’asportazione dei calcoli avviene per via endoscopica o per via combinata, con approccio, ma l’asportazione completa della ghiandola è stata quasi del tutto abbandonata.

La scialoendoscopia viene anche utilizzata nel trattamento di di altre patologie ricorrenti e croniche quali la parotite giovanile ricorrente, la parotite da radioiodio e le tumefazioni parotidee ricorrenti da malocclusione e da bruxismo.

Nel caso si sospetti la presenza di una patologia tumorale, l’ecografia va integrata con la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN), più idoneo per definire le caratteristiche dei tessuti molli.

Ogni patologia richiede un tipo di intervento adatto. Per le forme infiammatorie acute si ricorre all’utilizzo di antinfiammatori o antibiotici mirati, mentre le forme tumorali richiedono solitamente un trattamento chirurgico.

Tuttavia, l’approccio chirurgico alla ghiandola parotide, potrebbe a volte essere causa di lesioni al Nervo Facciale (il nervo che gestisce tutta la mimica facciale) ma questo rischio, grazie a l’ausilio di tecniche sempre più moderne associato ad una diagnosi precoce, è notevolmente diminuito rispetto al passato.

Anche i reliquati estetici, conseguenti all’asportazione della ghiandola, sono ridotti al minimo.

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